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C. 01/02/1980
6.10. Il dimensionamento delle parti strutturali e dei componenti L'impianto sportivo nel suo insieme e nelle singole parti che lo compongono deve garantire adeguate condizioni di sicurezza nei confronti delle sollecitazioni statiche e dinamiche cui è sottoposto. Tali sollecitazioni, per la maggior parte, sono quelle che normalmente occorre considerare nel dimensionamento delle costruzioni edili: come ad esempio i carichi permanenti, le azioni del vento, quelle sismiche, i cedimenti del terreno, le spinte delle terre ed altre ancora. Per tali sollecitazioni occorre fare riferimento alle normative vigenti e seguire gli usuali sistemi di calcolo. Criteri analoghi vanno adottati per i sovraccarichi accidentali avute presenti le possibili azioni dinamiche. In tabella A sono riportati i sovraccarichi minimi da adattare, salvo maggiori valori conseguenti e particolari condizioni d'uso. Una cura particolare fa parte alle azioni dinamiche tra le quali occorre prevedere anche quelle accidentali conseguenti all'urto di corpi molli o duri. Le strutture, le pareti, gli infissi, il pavimento, il soffitto, le apparecchiature, le attrezzature e gli arredi di un impianto, specialmente quelli relativi alle sale per attività sportiva, sono spesso soggetti a sollecitazioni dinamiche anche violente sia dovute al normale uso - si pensi ad esempio all'urto di un bilanciere del peso di oltre cento chili lasciato cadere sul pavimento - che a cause accidentali, come ad esempio l'urto di persone che corrono, o quello di oggetti molli o duri (palle e attrezzi vari) a volte scagliati con velocità notevole e quindi dotati di considerevole energia cinetica. Da ciò la necessità di dover prevedere idonei dimensionamenti ed accorgimenti per salvaguardare l'incolumità degli utenti e l'integrità di strutture e componenti. C'è inoltre da tenere presente che l'uso di un impianto da parte degli atleti, del personale e del pubblico, sottopone i vari componenti, anche in condizioni normali, a sollecitazioni in genere brusche e superiori comunque a quelle dei corrispondenti elementi di altre realizzazioni edili: e ciò senza tenere conto dei danneggiamenti intenzionali da parte degli utenti, per i quali ovviamente, non è possibile trovare altro rimedio all'infuori di quello dell'educazione e del senso di responsabilità dei singoli. Per tali ragioni è opportuno che i vari elementi strutturali come pure le attrezzature, le apparecchiature e gli arredi, siano in grado di resistere a sollecitazioni di urti o spostamenti e strappo di sufficiente intensità. Per le chiusure verticali (pareti, infissi) può stabilirsi abbastanza agevolmente una serie di prove che simulano con sufficiente attendibilità le condizioni Sovraccarichi accidentali Kg/mq Coperture non praticabili Palestre e sala di preatletismo Gradinate per il pubblico Scale e terrazze praticabili Altre unità ambientali 150 500 600 400 350 Tabella A Tabella CARATTERISTICHE AMBIENTALI Caratteristiche igrometriche Temperatura dell’aria Temperatura dell’acqua Umidità relativa Sala di attività 16-22° 50 Sala di muscolazione 22 Spogliatoi 20 Docce 20 35 20 Pronto soccorso 20 Uffici 20 Ingresso 20 Magazzini 16 Vari 20 Illuminazione Livello medio lux Illuminamento specifico lux Resa cromatica Fattore medio di luce diurna Sala di attività 150-500 85 0,05 Sala di muscolazione 200 0,05 Spogliatoi 150 500 0,025 Docce 80 500 Servizi igienici 80 500 Pronto soccorso 150 0,025 Uffici 300 500 85 0.03 Ingresso 300 500 85 0,03 Magazzini 100 0,015 Vari 150 Ventilazione Numero di ricambi orari Velocità massima dell'aria m/s Sala di attività 1,5 0,15 Sala di muscolazione 2 0,15 Spogliatoi 2,5 0,15 Docce 8 0,15 Servizi igienici 8 0,15 2,5 0,15 Uffici 1,5 0,15 Ingresso 1,5 0,20 Magazzini 1 Vari 1 Uffici 25 50 Ingresso 20 50 Magazzini 50 Vari Caratteristiche acustiche Isolamento acustico dBA Tempo di riverberazione Livello max rumore ambiente Sala di attività 1,2-1,4 Sala di muscolazione 50 Spogliatoi 25 50 Docce 25 50 Servizi igienici 25 50 Pronto soccorso 25 50
6.11. Il comportamento al fuoco Per evidenti ragioni di sicurezza tutte le parti costituenti l'edificio dovranno essere dotate di un'idonea resistenza al fuoco. La resistenza al fuoco di un elemento costruttivo è definita come la durata, espressa in minuti, misurata dall'inizio del periodo di riscaldamento fino al momento in cui l'elemento non soddisfa più alle esigenze funzionali alle quali deve rispondere. Tale resistenza va determinata nel rispetto della normativa vigente ed in particolare con il decreto Ministero degli Interni 6-7-1983 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 201 del 23 luglio 1983, che fa riferimento al carico di incendio dei diversi locali, calcolato con i criteri stabiliti dalla circolare dello stesso Ministero degli Interni n. 91 del 14-9-1961. In ogni caso per le centrali termiche la resistenza al fuoco delle strutture dovrà risultare non inferiore a 120 minuti primi ed a 30 minuti primi per gli altri locali. Inoltre i materiali, in caso di incendio, non devono emettere gas tossici o soltanto nocivi in quantità pericolosa per l'incolumità delle persone. Le richieste caratteristiche di resistenza comportano in genere l'adozione di accorgimenti che variano a seconda dei materiali utilizzati. Per le strutture in calcestruzzo armato, c'è da tenere presente che quest'ultimo, pur essendo un materiale incombustibile, subisce un cambiamento delle caratteristiche fisico-meccaniche, in funzione della temperatura, legate essenzialmente al comportamento che i diversi materiali presentano quando sono sottoposti all'azione del calore (legante, aggregato, armatura). Generalmente la temperatura a cui iniziano le deformazioni plastiche dell'acciaio è minore di quella per cui si ha la disgregazione del conglomerato cementizio; in particolare per l'acciaio assume importanza il raggiungimento pende sia dalla quantità di ossigeno apportato che dalla velocità con la quale il calore si trasmette dall'esterno verso l'interno, quest'ultima a sua volta risultando funzione del valore di conducibilità termica del materiale. Il carbone di legno è caratterizzato infatti da un valore molto basso della conducibilità termica (circa 0,03 Cal/mq h°C). Un'altra caratteristica particolare degli elementi costruttivi in legno è costituita dal fatto che la resistenza al fuoco dipende in modo proporzionale dalle dimensioni della sezione degli elementi stessi, mentre per l'acciaio tale proporzionalità è praticamente trascurabile. Questa caratteristica può essere utilizzata per dimensionare gli elementi costruttivi rispetto alla resistenza al fuoco. Infatti assumendo una velocità di carbonizzazione media di 0,64 mm/min le dimensioni della sezione possono ad esempio essere aumentate del prodotto di 0,64 mm/min per il tempo di resistenza al fuoco richiesto. Nell'assumere il valore della velocità di carbonizzazione bisogna tenere conto anche dell'esposizione alla fiamma e della forma degli elementi e considerare a seconda dei casi velocità di carbonizzazione maggiori (ad es. 0,84 mm/min per i pilastri...). Per aumentare la resistenza al fuoco oltre all'aumento della sezione resistente è possibile adottare dei trattamenti ignifughi che possono consistere o nell'applicazione di vernici protettive o in trattamenti a vuoto o a pressione con soluzioni di particolari sostanze chimiche. Generalmente tali procedimenti vengono utilizzati quando gli elementi costruttivi presentano sezioni piccole con conseguente basso valore di resistenza al fuoco.
6.12. Manutenzione ed uso Tutti i materiali impiegati devono conservare le loro proprietà durante il periodo previsto di vita utile valutabile in circa 15 anni, senza che sia necessaria una manutenzione costosa e frequente. In particolare gli elementi che non sono accessibili e che di conseguenza non possono avere una manutenzione normale, devono presentare una durata almeno uguale a quella delle altre parti. Per la valutazione di questa durata, si terrà conto in modo particolare dei punti singolari costituiti dalle saldature, avvitamenti, piccole aperture e simili ecc., così come delle conseguenze che possono derivare per gli infissi dalla sostituzione dei vetri. Nelle condizioni normali di uso, si dovrà cercare di rendere minima l'usura delle parti mobili (delle ante degli infissi in particolare), presenza di agenti abrasivi (polveri, sabbia, ecc.). Quando è prevista un'usura localizzata, si per la loro conservazione ai mezzi abitualmente usati dai servizi di igiene per la disinfezione. Nei locali dove i pavimenti sono normalmente lavati, la parte inferiore dell'elemento di parete verticale finito deve essere studiato in modo tale che ogni rischio di umidificazione dell'elemento nella sua parte inferiore sia evitato considerando un'altezza d'acqua al di sopra del pavimento di 1 cm. I meccanismi e gli elementi delle finestre e porte devono essere previsti per rendere le manovre delle finestre, così come delle loro attrezzature, semplici e facili quanto ad accessibilità e sforzo da applicare; inoltre per motivi di sicurezza agli urti, tutti i meccanismi per la chiusura ed apertura dei serramenti (porte, finestre, ecc.) devono essere del tipo chiuso. Quando le finestre sono dotate di elementi di protezione contro la radiazione solare, questi saranno disposti in modo tale da permettere una regolazione dell'illuminazione. Questi elementi dovranno essere manovrabili dall'interno ed essere accessibili per riparazioni o sostituzioni. Tutte le parti esterne, per motivi di sicurezza, devono potersi aprire verso l'esterno. Al fine di rendere agevole l'uso delle porte, queste devono essere di facile manovrabilità anche da parte di persone a ridotte o impedite capacità fisiche. Le porte devono avere una luce netta minima di m 0,85 con dimensione media ottimale di 0,90 m. Nel caso di porte a due o più battenti, deve essere sempre garantito un passaggio con luce netta minima di 0,85 m realizzato con unico battente con due battenti a manovra unica o a ventola. In caso di porte successive deve essere assicurato uno spazio libero intermedio tra le porte stesse, di almeno 1,50 m, oltre quello eventualmente interessato dalle ante in apertura. Devono essere evitati spigoli, riporti, cornici sporgenti e quanto altro possa recare danno in caso di urto. L'apertura e la chiusura delle porte deve avvenire mediante una leggera pressione e preferibilmente essere accompagnata da apparecchiature per il ritardo della chiusura stessa. Le maniglie devono consentire una facile manovra; in genere è preferibile l'uso di maniglie a leva. La maniglia a leva deve essere posta ad un'altezza massima di 0,90 m. Nel caso di adozione nelle porte a ventola, di barre o corrimani di apertura orizzontali o verticali, questi devono essere di sezione adeguata, atta ad assicurare la prensilità.
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